L’ESERCIZIO TERAPEUTICO CONOSCITIVO IN ETA’ EVOLUTIVA
(una definizione della Dott.ssa Puccini)
L’Esercizio Terapeutico Conoscitivo nasce all’interno
di una visione riabilitativa che considera il bambino come soggetto attivo,
insegnandogli a “pensare per fare”. La teoria di riferimento considera infatti
il movimento come espressione della conoscenza realizzata dall’interazione con
il mondo. Gli esercizi non sono manovre,
piuttosto si possono definire situazioni che tendono ad espandere le capacità
esplorative verso compiti particolari, mettendo il bambino nella condizione di
accrescere, sotto la guida del terapista, le conoscenze sul proprio corpo e sul
mondo che lo circonda, come base per
modificare le sue azioni. Si tratta perciò di “giochi particolari” svolti con
oggetti particolari, chiamati sussidi, che svolgono il ruolo di stimolare la
ricerca di conoscenza e di soluzioni, che a loro volta richiedano strategie
motorie maggiormente dinamiche. In altri termini il sussidio permette di
guidare i processi cognitivi del bambino verso la costruzione di un determinato
tipo di operazioni, che si ritiene essere alla base di cambiamenti degli schemi
motori. L’esercizio propone al bambino situazioni problematiche, adeguate alle
sue competenze, che è invitato a risolvere, con l’aiuto del riabilitatore:
viene infatti indirizzata l’attenzione verso le informazioni ritenute tra
quelle più significative per il suo livello cognitivo, facendo riferimento alla
memoria ed alla capacità di integrarle tra loro. Nel contesto terapeutico il
bambino viene guidato a percepire le qualità degli oggetti, la loro
collocazione nello spazio, attraverso le informazioni visive, tattili,
cinestesiche, pressorie; queste vengono proposte in modo problematico, ossia in
grado di invitare a “pensare per fare” piuttosto che “a fare e poi pensare”. E’ doveroso sottolineare che
all’arricchimento cognitivo deve corrispondere quello degli schemi
senso-motori, perciò manifestarsi attraverso cambiamenti evidenti delle azioni.
Altra particolarità dell’esercizo terapeutico conoscitivo
risiede nel valore attribuito al linguaggio nell’organizzare le conoscenze e le
strategie motorie. Così come agli scambi comunicativi, sotto forma di atti
prelinguistici, che avvengono tra gli adulti ed il bambino nel periodo
precedente l’acquisizione del linguaggio, viene riconosciuto il ruolo di
accrescere la condivisione e la conoscenza di ciò che si svolge nella
situazione terapeutica.
Gli esercizi si rivolgono a bambini con patologie
neurologiche di differente complessità e prevedono livelli di complessità
gradualmente crescenti; sono perciò possibili a qualsiasi età, dalla nascita
fino all’adolescenza. Questo chiarimento è necessario in quanto spesso si
riscontrano nel mondo della riabilitazione affermazioni del tipo: “l’etc è
adatto solo nei bambini più grandi ed intelligenti”.
Gli esercizi sono il risultato del ragionamento
riabilitativo basato sull’osservazione e l’interpretazione dei comportamenti,
che con l’età diventano più articolati, diversificati e precisi. All’interno di
tale modello riabilitativo, la dr.ssa Paola Puccini ed il suo gruppo di lavoro
hanno condotto in modo continuativo studi specifici, nei quali sono stati
approfonditi, nel corso dei decenni, differenti aspetti delle tematiche evolutive
in condizioni di normalità, offrendone interpretazioni del tutto innovative, e
successivamente trasferendole nelle condizioni
patologiche: tutto ciò ha costituito le premesse teoriche sulle quali si
è fondato ed articolato l’esercizo terapeutico conoscitivo.
Dr.ssa Paola Puccini
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