lunedì 29 giugno 2015

Nati due volte, Giuseppe Pontiggia



 

La sfera di cristallo



 E’ l’immagine prediletta da quei medici che dicono di non averla quando non vogliono pronunciarsi sul futuro. “Avessi la sfera di cristallo!” sospirano, corrugando la fronte con una perplessità che immaginano sapiente. Oppure: “Mica abbiamo la sfera di cristallo!”, con una intonazione più rozza e corporativa.
Li ho odiati per anni. Si rifugiano dietro una metafora proverbiale, stremata dall’uso, svuotata di ogni attendibilità anche fiabesca, come dovessero difendersi da pretese insensate, mentre sono solo richieste di aiuto, appelli alla speranza, fughe nel futuro per liberarsi dalla disperazione del presente. […] L’alibi della deontologia professionale dovrebbe mascherare questa interruzione del dialogo. Ma i pazienti, e i loro parenti, non vi hanno mai creduto. Nella sfera di cristallo intravedono non l’aleatorietà di divinare il futuro, ma la viltà di sottrarsi ad una analisi penosa e dura, ad un confronto impegnativo e doloroso. Quei medici, più competenti e umani di loro, che sanno affrontarlo, non se ne sono mai pentiti.
Ricordo il professore che, tre mesi dopo il parto, dietro la scrivania del suo studio, ci aveva rivelato la verità, ovvero quello che pensava. Aveva riflettuto a lungo prima di rispondere, in una penombra carica di angoscia. Non era ricorso alla sfera di cristallo. Più esperto di medicina e di uomini che tanti suoi colleghi, ci aveva detto, con voce pacata e ferma, guardandoci negli occhi:
“Non posso prevedere come diventerà vostro figlio. Posso fare alcune ipotesi ragionevoli.
La più ottimistica. La sofferenza cerebrale, dovuta al forcipe e alla scarsità di ossigeno al momento della nascita , si riassorbe. Non ha lasciato tracce consistenti. I disturbi possono essere marginali. Non è l’ipotesi più probabile.
Vediamo l’ipotesi mediana. Le lesioni cerebrali, anche se non profonde, hanno intaccato i centri motori e quelli del linguaggio. Il bambino tarda a parlare, se a tre anni un bambino usa mille parole, lui ne sa dire cento. L’andatura sarà imperfetta, la manualità difettosa. Però è intelligente, presenterà solo forme di immaturità, dovute anche alla parzialità della su esperienza.
Passiamo all’ipotesi più negativa. L’elettroencefalogramma è troppo precoce per essere attendibile e non ha rivelato la gravità delle lesioni. Le alterazioni della motilità e dell’intelligenza sono più forti del temuto. Non è l’ipotesi più probabile, secondo me.
Però posso sbagliarmi.
Voi dovete vivere giorno per giorno, non dovete pensare ossessivamente al futuro. Sarà un’esperienza durissima, eppure non la deprecherete. Ne uscirete migliorati.
Questi bambini nascono due volte. Devono imparare a muoversi in un mondo che la prima nascita ha reso più difficile. La seconda dipende da voi, da quello che saprete dare. Sono nati due volte e il percorso sarà più tormentato. Ma alla fine anche per voi sarà una rinascita. Questa almeno è la mia esperienza. Non posso dirvi altro.”
Grazie , a distanza di trent’anni. 
da Nati due volte, di G. Pontiggia

 

sabato 20 giugno 2015

RIUNIONE DEL 30 GIUGNO



MARTEDì 30 GIUGNO
ORE 15.00
presso i locali della Neuroriabilitazione
del SANTA CHIARA


Incontro di tutti i genitori con gli operatori per parlare dei problemi del servizio.
Partecipiamo numerosi!!!

Una bella iniziativa



        La mamma di Ginevra e Iris ha scelto di dedicare ad A.R.A un'occasione speciale....Grazie Irene!