giovedì 27 agosto 2015

DR.SSA PAOLA PUCCINI:



Pubblichiamo di seguito un breve saggio sull'ETC della Dr.ssa Puccini, che ringraziamo.


L’ESERCIZIO TERAPEUTICO CONOSCITIVO IN ETA’ EVOLUTIVA



L’Esercizio Terapeutico Conoscitivo nasce all’interno di una visione riabilitativa che considera il bambino come soggetto attivo, insegnandogli a “pensare per fare”. 
La teoria di riferimento considera infatti il movimento come espressione della conoscenza realizzata dall’interazione con il mondo. 
Gli esercizi non  sono manovre, piuttosto si possono definire situazioni che tendono ad espandere le capacità esplorative verso compiti particolari, mettendo il bambino nella condizione di accrescere, sotto la guida del terapista, le conoscenze sul proprio corpo e sul mondo che lo circonda,  come base per modificare le sue azioni. Si tratta perciò di “giochi particolari” svolti con oggetti particolari, chiamati sussidi, che svolgono il ruolo di stimolare la ricerca di conoscenza e di soluzioni, che a loro volta richiedano strategie motorie maggiormente dinamiche. 
In altri termini il sussidio permette di guidare i processi cognitivi del bambino verso la costruzione di un determinato tipo di operazioni, che si ritiene essere alla base di cambiamenti degli schemi motori. L’esercizio propone al bambino situazioni problematiche, adeguate alle sue competenze, che è invitato a risolvere, con l’aiuto del riabilitatore: viene infatti indirizzata l’attenzione verso le informazioni ritenute tra quelle più significative per il suo livello cognitivo, facendo riferimento alla memoria ed alla capacità di integrarle tra loro. Nel contesto terapeutico il bambino viene guidato a percepire le qualità degli oggetti, la loro collocazione nello spazio, attraverso le informazioni visive, tattili, cinestesiche, pressorie; queste vengono proposte in modo problematico, ossia in grado di invitare a “pensare per fare” piuttosto che “a fare e poi pensare”.  E’ doveroso sottolineare che all’arricchimento cognitivo deve corrispondere quello degli schemi senso-motori, perciò manifestarsi attraverso cambiamenti evidenti delle azioni.


Altra particolarità dell’esercizo terapeutico conoscitivo risiede nel valore attribuito al linguaggio nell’organizzare le conoscenze e le strategie motorie. Così come agli scambi comunicativi, sotto forma di atti prelinguistici, che avvengono tra gli adulti ed il bambino nel periodo precedente l’acquisizione del linguaggio, viene riconosciuto il ruolo di accrescere la condivisione e la conoscenza di ciò che si svolge nella situazione terapeutica.
Gli esercizi si rivolgono a bambini con patologie neurologiche di differente complessità e prevedono livelli di complessità gradualmente crescenti; sono perciò possibili a qualsiasi età, dalla nascita fino all’adolescenza. Questo chiarimento è necessario in quanto spesso si riscontrano nel mondo della riabilitazione affermazioni del tipo: “l’etc è adatto solo nei bambini più grandi ed intelligenti”.
Gli esercizi sono il risultato del ragionamento riabilitativo basato sull’osservazione e l’interpretazione dei comportamenti, che con l’età diventano più articolati, diversificati e precisi. All’interno di tale modello riabilitativo, la dr.ssa Paola Puccini ed il suo gruppo di lavoro hanno condotto in modo continuativo studi specifici, nei quali sono stati approfonditi, nel corso dei decenni, differenti aspetti delle tematiche evolutive in condizioni di normalità, offrendone interpretazioni del tutto innovative, e successivamente trasferendole nelle condizioni   patologiche: tutto ciò ha costituito le premesse teoriche sulle quali si è fondato ed articolato l’esercizo terapeutico conoscitivo.